Il mondo di Pinin Carpi
Gli acquerelli

        A partire dal suo secondo libro, Lupo Uragano, Pinin Carpi comincia a illustrare i suoi libri da sé e, ad eccezione di un certo numero di chine in bianco e nero, la sola tecnica che usa è quella dell’acquerello.

        Va ricordato che cresce in una famiglia caratterizzata

da una straordinaria presenza di immagini. In primo luogo perché suo padre Aldo è un pittore e spesso, fin da bambino,
lui lo osserva dipingere, ma anche perché in casa sua arrivano moltissimi libri d’arte e riviste come Emporium che nella

rubrica Attraverso gli albi e le cartelle fa conoscere i libri illustrati di tutto il mondo.      

        Nei suoi acquerelli si riconoscono molteplici influssi, da quello degli amati pittori olandesi e fiamminghi del ’500 e ’600, anzitutto di Pieter Bruegel il Vecchio, alle suggestioni dell’antica pittura cinese o dei dipinti di William Turner. Tra gli illustratori che preferisce ci sono soprattutto i nordici e in primo luogo l’amatissimo Arthur Rackham.

        Molti acquerelli di Pinin Carpi, mentre convivono nei suoi libri in un intenso dialogo con la scrittura, conservano la loro vitalità “narrativa” anche in assenza della parola scritta. Ci ha lasciato inoltre una serie di acquerelli inediti, dipinti solo per il piacere di dipingere, alcuni di notevole bellezza.

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